BENZINA CON PB
da h.Pinter e b.Brecht
Atto unico. Durata: 35 minuti
Un breve apologo – ispirato agli scritti di Pinetr e Brecht – sulla sofferenza, sullo sfruttamento, sul mobbing, sui soprusi perpetuati dagli uomini sugli uomini nel nome del Potere.
Un Potere offerto ad alcuni e sottratto ad altri per quel gioco di ruoli consentito dalle sovrastrutture di una società in cui le differenze (di sesso, di razza, di ruoli e perfino di salute fisica e mentale) invece di essere considerate una ricchezza producono l’aberrazione delle gerarchie.
Note di regia
Parole di piombo. Soldatini di piombo. Vite di piombo. Anni di piombo. Cieli di piombo. Forme dense, fisiche e verbali, di archetipi resistenti. Nel teatro di Pinter e Brecht c’è materia cupa e asfissiante: quella ruvida e meticolosa della scarna constatazione di fatti. La violenza è implicita e non ha bisogno d’altro veicolo che di se stessa per conficcarsi nel perenne, immutabile ordine del mondo.
Ogni cosa, allora, è definibile solo per sottrazione e gli uomini, semplicemente, non sono. In un attimo eterno, da sempre uguale a se stesso, in cui qualcuno, da qualche parte, non ha pane e non ha amore, non ha lavoro e non ha diritti, non ha libertà e non ha coraggio, non ha innocenza, condoni, scuse, dignità, vie di fuga, discorsi, forza, grazia, giustizia. Non ha pietà. Un attimo che incessantemente si consuma per ricominciare. Un’esplosione.