Veronica
Scritto e diretto da Fabio Massimo Franceschelli
Atto unico.
Veronica è la moglie di un uomo potente, molto potente e molto noto.
Può essere un leader politico, un grande imprenditore, un banchiere di importanza mondiale, un tycoon dei media. Può anche essere tutte queste cose insieme.
Quest’uomo è travolto da scandali sessuali.
Da quest’uomo, Veronica, sta divorziando.
produzione
OlivieriRavelli_teatro
in collaborazione con
amnesiA vivacE – Consorzio Ubusettete – Franz Biberkoff
e con il sostegno del CENDIC
Due fatti di cronaca ispirano il monologo.
Il primo: nel gennaio del 2007 Veronica Lario, moglie di Silvio Berlusconi, scrive una lettera al quotidiano La Repubblica in cui chiede pubblicamente le scuse del marito colpevole di alcune «affermazioni svolte da mio marito nel corso della cena di gala che ha seguito la consegna dei Telegatti, dove, rivolgendosi ad alcune delle signore presenti, si è lasciato andare a considerazioni per me inaccettabili: " ... se non fossi già sposato la sposerei subito", "con te andrei ovunque". Sono affermazioni che interpreto come lesive della mia dignità». Due anni dopo, quando gli scandali sessuali stanno per travolgere il marito, con una nuova lettera, stavolta all’agenzia ANSA, la Lario annuncia l’intenzione di divorziare.
Il secondo: nel 2011 Dominique Strauss-Kahn, Direttore Generale del FMI, viene arrestato a New York con l'accusa di tentata violenza sessuale ai danni della cameriera di un hotel. Sua moglie, la giornalista Anne Sinclair, lo difende. In un’intervista dichiara: «non sono una santa, non sono una vittima, ma una donna libera».
Veronica è entrambe queste donne e quindi, di fatto, nessuna delle due.
È una donna che riflette su se stessa e sul senso di una vita passata a fianco di un uomo che ormai disprezza; una donna che tenta disperatamente di dare una sintesi coerente alla contraddittorietà delle sue scelte; una donna che esamina con spietata lucidità la sua vita, chiusa tra il marito, i figli e il ruolo pubblico che non vuole mai più avere; una donna che pianifica il proprio futuro e la propria rinascita meditando una vendetta dal sapore catartico.
È un testo di riflessioni e meditazioni, di impercettibili sfumature rese con una musicalità placida e amara. Il ritmo è cullante, a tratti ipnotico. L’amarezza è il sentimento sovrastante e più che l’ironia regna il sarcasmo. (F.M.Franceschelli)